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Parma 2050 - Piano Urbanistico Generale

Il Piano Urbanistico Generale e una visione strategica per Parma 2050 come una città-gerritorio intensa e multicentrica


Indice dell'introduzione

Introduzione Generale

Il Piano Urbanistico Generale PR050 è stato elaborato e redatto dal Raggruppamento Temporaneo d’Imprese rappresentato dall’arch. Andreas Faoro - (direttore dell’ufficio UNLAB) insieme e in collaborazione con l’ufficio di piano del Comune di Parma.

Sindaco: Michele Guerra
Assessore alla Rigenerazione Urbana: Chiara Vernizzi
Direttore e segretario generale: Pasquale Criscuolo
Dirigente del Settore pianificazione e Sviluppo del Territorio: arch. Emanuela Montanini
Ufficio di Piano Comune di Parma: arch. Emanuela Montanini, arch. Lucia Sartori, arch. Beatrice Peri, arch. Samanta Maccari, arch. Andrea Cantini, arch. Antonella Fornari, Geom. Alessandra Gatti, Dott.ssa M. Beatrice Corvi, arch. Milena Mancini, arch. Bianca Pelizza, arch. Patrizia Rota, arch. Federica Zatti, ing. Devis Sbarzaglia, arch. Nicole Mariotti, arch. Sabino Pellegrino
Gruppo di lavoro incaricato
Capogruppo: arch. Andreas Faoro (UNLAB)
RTI: arch. Andreas Faoro (UNLAB), arch. Carlo Santacroce arch. Piergiorgio Tombolan (Studio Tombolan Associati), ing. Alberto Mazzucchelli (MPMA), arch. Luca Pagliettini (Collettivo di urbanistica), arch. Fabio Ceci, arch. Raffaella Gambino, arch. Federica Thomasset, arch. Paolo Castelnovi, biol. Luca Bisogni, avv. Roberto Ollari, geol. Francesco Cerutti (Engeo s.r.l.)
SIT: arch. Federico Ghirardelli

Nota del redattore: qui nel PDF ci sarebbero i loghi dei partecipanti, non li riproduco.

Il lungo percorso del Piano Urbanistico Generale è cominciato ormai due anni fa. Ricordo ancora l’ampia partecipazione ai tavoli che vennero allestiti nel Parco della Musica nell’estate 2021, così come conservo ancora i molti stimoli lasciati in me, nella mia Giunta e nei tecnici del nostro Comune dai numerosi incontri seminariali organizzati nel 2022 negli spazi riqualificati del Complesso del San Paolo.

Queste righe di introduzione al Piano, le scrivo invece proprio nei giorni che seguono l’ultima presentazione del PUG prima della sua assunzione in Giunta, una presentazione che l’assessora alla Rigenerazione Urbana Chiara Vernizzi ha avuto la splendida idea di portare dentro il Workout Pasubio, uno dei massimi esempi di rigenerazione di un’architettura industriale che la città di Parma conosca e che tra pochi mesi vedrà quegli edifici restituiti alla nostra comunità.

Parto dai luoghi per i quali il PUG è passato, perché, come è facile capire, non sono stati scelti a caso. Parchi, complessi monumentali, aree industriali hanno permesso a chi vi giungeva di cogliere il respiro lungo della nostra città, fatto di storia da custodire e tramandare, fatto di impresa, di lavoro e di sviluppo e fatto di ambiente, di verde e di una cultura della terra che ancora fa profondamente parte del nostro patrimonio culturale.

Mi verrebbe da dire che i lunghi mesi di lavoro sul PUG sono stati come una grande seduta di analisi per la città, che ha messo insieme chi ha la responsabilità di amministrare Parma in questa complessa fase storica, i corpi intermedi che ogni giorno sviluppano le loro attività entro le maglie di questo dispositivo urbano e i tanti cittadini che hanno voluto essere parte del processo partecipativo innescato dal PUG, per comprendere meglio la propria città e contribuire attivamente alla lettura del suo sviluppo futuro.

Ho usato l’immagine un po’ ironica della “seduta di analisi” perché il PUG tiene insieme il passato più profondo della storia urbana di Parma - il “rimosso”, anche, di quel passato - e il desiderio di futuro, le aspirazioni e la trattativa tra il sogno e la realtà che spesso convergono in queste forme di confronto.

Il tutto inquadrato da una data e da linee politiche estremamente chiare. La data è il 2050, che, come il 2030 quando uscirono gli obiettivi dell’Agenda Europea per la sostenibilità, assume quasi il valore del simbolo e sembra distante dal nostro quotidiano, mentre invece è qui, molto più vicina di quanto si pensi e bisognosa, oggi, di quelle azioni che la renderanno ciò che auspichiamo sia.

I dati, le statistiche, le analisi sulla forma urbana e i suoi movimenti ci dicono cosa saranno le città europee nei prossimi decenni e pertanto dobbiamo oggi cominciare quel percorso di transizione che ci consenta di arrivare pronti alla nuova sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale che, se non raggiunta, rischia di veder esplodere i contesti che abitiamo.

Nessun allarmismo, sia chiaro, solo la consapevolezza che abbiamo linee da seguire e che dobbiamo lavorare con costanza perché le richieste che portano con sé siano in massima parte soddisfatte. Sono linee che ci vengono fornite dall’Europa e dalla Legge Regionale e che ci mettono di fronte alla necessità di arrestare il consumo di suolo, di lavorare sulla riqualificazione degli spazi e di agire sul costruito, di operare sulla verticalità e di ripensare le funzioni di vita della città, le sue infrastrutture, la sua mobilità e il suo ritmo di vita sulla base di una “città parco” inclusiva, abitabile da tutti in maniera soddisfacente, intergenerazionale e interculturale. Le stesse premesse che stanno alla base di altri progetti chiave di questa Amministrazione, come il “Patto Sociale per Parma”, “Parma 2030 Climate Neutral”, “Fa’ la casa giusta: Parma Abitare Sociale”, “Parma European Youth Capital”, o Parma città del Turismo Sostenibile. Il PUG contiene anche la filosofia di queste attività, le abbraccia in una ideale continuità tra la vita amministrativa di tutti i giorni e la visione alta della politica.

Solo così, attraverso questa compenetrazione di competenze e di settori, potremo rigenerare il tempo di Parma, la più difficile delle sfide e quella fondamentale se vogliamo davvero che dal PUG proceda anche quella rigenerazione umana di cui le nostre società hanno sempre più bisogno, in un’epoca che muta a velocità mai viste prima nella storia dell’umanità.

Lo strumento è nuovo, lo è per le categorie e per i cittadini, ma lo è anche per noi amministratori e per i nostri tecnici. Lo sforzo è veramente importante e sono certo che darà i risultati attesi. Voglio per questo ringraziare l’assessora Chiara Vernizzi, che ha coordinato con grande competenza e con capacità di ascolto i lavori del Piano, l’arch. Emanuela Montanini, Dirigente del Settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio e con lei il Settore tutto, l’arch. Andreas Faoro che ci ha, con il suo team, accompagnato in questi anni di lavoro e l’attuale Presidente del Consiglio Comunale Michele Alinovi, assessore all’Urbanistica al tempo dell’avvio dei lavori sul PUG.

Un grazie non retorico va infine a tutti coloro che ci hanno portato la loro idea, la loro visione, il loro contributo per la Parma del 2050 e che ci hanno dimostrato quella vicinanza che fa bene a chi deve rispondere alle ambizioni di una città importante ed esigente come la nostra.

Michele Guerra
Sindaco di parma


Quello della redazione di un nuovo strumento di pianificazione urbana si configura come un processo particolarmente significativo per la città. È un momento in cui si riflette sulla città attuale e su quella del passato, cercando di traguardare quella del futuro individuando metodi e strategie che conducano alla realizzazione di una città che possa essere organizzata e vissuta in modo ottimale e in piena coerenza con quelle che sono le sue vocazioni e potenzialità.

Rigenerazione urbana, Sostenibilità, Costruire sul costruito, Riqualificazione. Sono solo alcune delle parole chiave che, come ormai noto, costituiscono la spina dorsale di questo Piano Urbanistico Generale, costruito secondo le indicazioni della Legge Regionale n. 24 del 2017, i cui principi ispiratori sono di grande profilo etico e guardano allo sviluppo futuro della città secondo logiche e strategie di ampio respiro.

ll Piano Urbanistico Generale (PUG) per la città di Parma è uno strumento urbanistico molto diverso da quelli precedenti, che pianifica la città sull’orizzonte temporale del 2050, un tempo lungo, quindi; un Piano basato su Visioni e Strategie (altre parole chiave che devono entrare nel nostro quotidiano), volte a consentire l’adeguarsi dei fenomeni urbani alle dinamiche di trasformazione della città e del territorio in funzione di una questione fondamentale, quella della riduzione (fino all’azzeramento) del consumo di suolo, risorsa preziosa e ben lontano dall’essere inesauribile.

Il PUG PR050 prevede un modo diverso di far crescere la città, puntando sugli interventi interni al Territorio Urbanizzato, che deve essere rigenerato e riqualificato con interventi che valorizzano il costruito esistente e gli spazi pubblici, recuperando aree ed edifici dismessi ed incentivando la rinaturalizzazione dei luoghi, anche attraverso azioni minute e puntuali.

Questo approccio va anche nella direzione dell’adattamento e della mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici che sono ormai una realtà concreta, della quale tocchiamo con mano, quotidianamente, gli effetti sulle nostre città, sul territorio, sulle nostre vite.

Allora l’approccio della Pianificazione deve necessariamente cambiare, partendo più che mai da una conoscenza approfondita del contesto in cui ci troviamo, analizzando le dinamiche territoriali e adottando un approccio alla lettura del contesto multi‐scalare e multi‐settoriale, effettuando una valutazione quali‐quantitativa dello stato di fatto con analisi che conducono alla definizione di un Quadro Conoscitivo che necessariamente diventa Diagnostico, fornendoci, insieme, la conoscenza dei fatti urbani e territoriali e gli elementi per comprendere come intervenire su di essi, in modo coerente con le caratteristiche e le vocazioni che la città esprime. Questa una conoscenza approfondita del contesto garantisce la coerenza della Strategia per la Qualità Urbana ed Ecologico-Ambientale in relazione alla città e al suo sviluppo.

Uno strumento così importate per il futuro della città non può, secondo le logiche contemporanee, esimersi dall’essere formato anche tramite un processo partecipativo che ha visto e vede, attraverso numerosi incontri rivolti sia ai vari portatori di interesse, sia alla cittadinanza tutta, la condivisione, prima, dei Temi sui quali incardinare il processo di pianificazione, poi, delle Visioni della città futura e delle Strategie per arrivare ad attuarla con la cittadinanza che nella città vive e vivrà.

La Visione di città che emerge dal nuovo strumento è volta a valorizzare i punti di forza che Parma esprime, nella direzione dello sviluppo di una città che possa Parma050 9 essere policentrica, valorizzi le sue biodiversità, sviluppi una mobilità sempre più sostenibile, investa sempre più sulla cultura, offra possibilità di sviluppo e crescita, consolidi la sua agricoltura come patrimonio storico ambientale e socio-culturale, potenzi la sua vocazione di capitale del cibo e dell’alimentazione sostenibile, aumenti la capacità di produrre energia rinnovabile e che sia una vera città inclusiva e del benessere.

Occorre, per ottenere questo risultato, che tutti lavoriamo insieme per raggiungere questo obiettivo e che l’Amministrazione Comunale stringa un patto con i cittadini, un Patto di Città, per costruire la Città nella quale tutti vogliamo vivere. E vivere bene.
La Città che, auspichiamo, possa attuarsi grazie al nuovo PUG PR050

Chiara Vernizzi
Assessora alla Rigenerazione urbana
Comune di Parma


“La città è un ideogramma: il testo continua. […] Visitare un luogo per la prima volta è iniziare a scriverlo. Sono lì [a Tokyo] un lettore, non un visitatore. “
Roland Barthes, L’impero dei segni, p. 44-51

0.0 Premessa

Nel 2050, il doppio delle persone vivrà nelle città rispetto alla condizione attuale. La città sarà veramente il motore dell’economia globale? Cosa ha in serbo per noi il futuro? Se le città sono il principale produttore di emissioni di CO2 a livello globale con quasi il 70%, esse rappresentano anche l’unico dispositivo che possiamo immaginare capace di contrastare realisticamente il mutamento climatico. Le città sono il problema e la soluzione e quindi il principale luogo e strumento di sperimentazione di nuove forme di convivenza che possano ripristinare un rinnovato equilibrio tra gli uomini e il pianeta che li ospita. Nessuno può prevedere cosa ci riserva il futuro, ma una cosa è certa: il “più o meno lo stesso” non è più un’opzione praticabile. Il cambiamento climatico, l’urbanizzazione, le nuove tecnologie emergenti, la progressiva perdita di biodiversità e le crescenti disuguaglianze sociali richiedono urgentemente soluzioni reali. Dobbiamo ripensare il modo in cui viviamo, lavoriamo e impariamo, dove e come consumiamo e produciamo. Dovremmo ridisegnare l’equilibrio tra sistema e individuo, tra ricchi e poveri, tra giovani e anziani, tra sostenibilità e crescita. Come dovremmo progettare e governare le nostre città? Anche se non siamo profeti, possiamo indagare e immaginare la città di domani, ricercarla a partire dal suo progetto. Il PUG di PARMA prende come punto di partenza le principali sfide del ventunesimo secolo. Esplorando progettualmente la prossima ecologia (ed economia) immaginiamo la città del futuro: la città relazionale e socialmente inclusiva, la città produttiva e la città verde e sostenibile. La città, dove lo spazio pubblico torna protagonista e il territorio il suo progetto biopolitico. Abbiamo di fronte a noi sfide ambientali, climatiche, economiche e sociali urgenti e obiettivi ambiziosi, che richiedono soluzioni progettuali altrettanto ambiziose per poter arrivare ad una città completamente decarbonizzata entro il 2050 – un futuro neanche troppo lontano. Parma si è già impegnata a livello europeo aderendo alle reti di European Green Cities. Il PUG risponde a quanto introdotto e richiesto dalla LUR 24/2017 e alle politiche intraprese dall’amministrazione, in particolare alla “Missione 100 città climaticamente neutrali e smart”, selezionate dalla Commissione Europea, tra cui Parma, che avranno l’opportunità di iniziare a lavorare per raggiungere concretamente gli obiettivi di transizione ecologica, diventando degli hub di innovazione sostenibile nella loro trasformazione sistemica verso la neutralità climatica entro il 2030.

Il nuovo Piano Urbanistico Generale di Parma sarà uno strumento democratico che guiderà la città e il suo territorio verso la transizione ecologica, economica e sociale fissata per l’anno 2050. Il PUG definisce gli ambiti, le linee guida per lo sviluppo del territorio con l’obiettivo di delineare un processo che sia di riferimento ai vari livelli di governo del territorio, rispetto a temi quali la biodiversità, attrattività, rigenerazione, resilienza, welfare, inclusività e opportunità per la vita della comunità.

0.1 Introduzione al PUG

Il presente documento segue le richieste specificate nel capitolato per la redazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) della città di Parma. La città di Parma è stata studiata e indagata progettualmente, coinvolgendo diverse e specifiche discipline come la geografia, la sociologia, la storia, l’economia, la statistica, l’archeologia, la geologia, l’architettura, l’ingegneria, il paesaggio. I settori indagati hanno rivelato criticità e potenzialità, e al tempo stesso hanno orientato le scelte per la costruzione del quadro conoscitivo attraverso una presa di coscienza dei fenomeni che interessano la città di Parma e il suo territorio.

Dal punto di vista urbanistico, la città di Parma e il suo territorio sono stati studiati a diverse scale e valutati diversi aspetti: le peculiarità morfologiche, i diversi sistemi metabolici (urbanità, agricoltura, natura, acqua, infrastrutture), i diversi modi di vivere, i tipi di connessioni tra il centro urbano, i sistemi ambientali territoriali, ed altri. Questa lettura ha restituito l’impossibilità di dare un’interpretazione della città attraverso modelli semplificati.

Parma è una realtà eterogenea e complessa, caratterizzata da una moltitudine di tipologie e morfologie urbane, vissute e attraversate diversamente a seconda della località e aree urbane considerate. Pertanto, è importante capire che una città come Parma non è composta solo da elementi urbani come suolo, edifici, servizi e merci. La sua evoluzione dipende anche e soprattutto dalle componenti sociali, dalle connessioni e dai comportamenti delle persone, dalle offerte culturali ed educative che propone e che è in grado di sviluppare.

Ambrogio Lorenzetti - Le Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti - 1338
Ambrogio Lorenzetti - Le Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti - 1338

La visione del piano strategico del PR050 si ispira all’affresco che Ambrogio Lorenzetti dipinse nel 1338; un affresco raffigurante il futuro di Siena. Commissionato dal Governo dei Nove, ha mostrato come un buon governo possa raggiungere un perfetto equilibrio tra città e territorio.Il Piano Urbanistico Generale di Parma (PR050) pensa il futuro della città di Parma come ad una città multicentrica e intensa, che ospiterà in ogni sua parte un ritrovato equilibrio tra città e natura.

La “vision” individua dieci obiettivi e “principi chiave” (di seguito indicati) volti a guidare lo sviluppo urbano, economico e sociale di Parma nei prossimi 30 anni. Essi derivano da una interpolazione tra gli obiettivi strategici definiti dalle agende ONU (SDG’s - Sostainable Development Goals), quella Europea (EDG - European Green Deal, con l’obiettivo dichiarato di avere zero emissioni1 entro il 2050), quelli esplicitati e definiti dalla Legge Regionale 24/17 e da quanto elaborato nel processo partecipativo e definito nel Quadro Conoscitivo (QC).

Avvio del percoso - Parma Climate Neutral 2030 - Missioni UE, Città selezionata per la missione 100 città intelligenti e a impatto climatico zero. Contiene i loghi di Parma Climate Neutral 2030 e di HorizonEU
1. La città di Parma ha aderito a “missione 100” che si inquadra nell’ambito della Missione dell’Unione Europea per le città intelligenti a impatto climatico zero entro il 2030.

1. Parma città policentrica e dei quartieri
Una città intensa che si rivolge a tre livelli di scala: il livello locale del quartiere, il livello urbano e territoriale. Una città che tendenzialmente crescerà all’interno dei propri “confini” definiti dal Territorio Urbanizzato (TU), ripristinando i propri spazi vuoti, abbandonati e sottosviluppati, intervenendo anche attraverso la sostituzione degli edifici obsoleti e vetusti ad alto consumo energetico. Gli interventi saranno volti alla ricerca di soluzioni altamente sostenibili veicolandone i valori estetici qualitativi ed ecologicamente funzionali. Una città costituita da tessuti urbani da risviluppare all’interno di una logica che definisce nuove qualità, densità e diversità variabili.

2. Parma città della biodiversità
Una città-territorio della biodiversità dove i suoi abitanti possono trovare un rinnovato equilibrio tra la sfera urbana, naturale e agricola, preservando e promuovendo la biodiversità quale componente essenziale per tutte le forme viventi. Gli ecosistemi presenti non vanno solo preservati ma implementati attraverso progettualità specifiche.

3. Parma città della mobilità condivisa e sostenibile
Una città-territorio accessibile che promuove la mobilità sostenibile attraverso una rete capillare ed efficiente di trasporti pubblici e mobilità condivisa. Al concetto di alta velocità si affianca quello di alta qualità dei servizi locali. Parma punta a diventare la prima città emiliana con la più alta percentuale di veicoli elettrici grazie ad una infrastruttura di ricarica capillare e allo stesso tempo promuovendo la mobilità condivisa.

4. Parma città della cultura e della conoscenza diffusa
Una città che riscopre, a partire dal conferimento del titolo di “città italiana della cultura” 2020-21 e investe sul proprio patrimonio, storico, artistico e paesaggistico, trasformandolo in una risorsa a favore di un rinnovato sistema educativo, di cittadinanza e turismo attivo. Le scuole insieme ad una rete di infrastrutture sociali innovative e dai centri civici fungeranno da “epicentri” di quartiere, capaci di attivare processi sociali a fronte anche di possibili cambiamenti demografici futuri.

5. Parma città della qualità dell’abitare e della cura alle persone
Un territorio e una “città-parco” che promuove forme dell’abitare capaci di implementare la qualità insediativa e di vita attraverso una ridistribuzione delle risorse e dei servizi ai cittadini. Una città in cui i servizi principali sono accessibili a tutti, sviluppando un modello urbano residenziale in cui la maggior parte delle necessità quotidiane dei residenti può essere soddisfatta spostandosi a piedi o in bicicletta direttamente dalle proprie abitazioni.

6. Parma, città dello sviluppo e delle opportunità
Una città-territorio in grado di stimolare un’industria e i relativi modelli produttivi che guardano alle possibilità offerte non solo dalle nuove tecnologie ma anche capaci di favorire nuove sinergie con le comunità presenti e il territorio allargato della post-metropoli. Parma “città attrattiva” a partire dalla sua storia secolare di città produttiva, in grado di eccellere nei mercati globali per produzione e know-how ad alto valore aggiunto.

7. Parma città dell’agricoltura come patrimonio, storico-ambientale e socio-culturale
Una città-territorio che sperimenta un sistema agricolo capace di aumentare la biodiversità e allo stesso tempo di costruire nuovi “habitat” produttivi, trasformando la percezione della “pianura” parmense e il suo paesaggio. Il paesaggio del terzo millennio, dovrà quindi essere in grado di ripartire dal suolo come elemento fondamentale, una risorsa in larga misura non rinnovabile, se non in tempi estremamente lunghi. A questa risorsa sono riconosciute funzioni vitali.

8. Parma città capitale del cibo e dell’alimentazione sostenibile
Una città che riscopre, investe e ripensa l’evoluzione del cibo. Da capitale della “Food Valley” a capitale europea del Food. Questo salto di scala significa pensare al cibo come nuova forma di patrimonio culturale. Non solo sano, ma anche sostenibile: così dovrà essere il cibo del futuro. Ciò da cui si può partire sono strategie per risparmiare risorse, in ogni caso strategie complesse e variegate.

9. Parma città dell’energia rinnovabile
Una città-territorio che sperimenta un sistema capillare di produzione e allo stesso tempo di distribuzione delle fonti energetiche rinnovabili, proponendo e confermando gli obiettivi della COP21 (e recentemente ribaditi a COP26 a Glasgow). Una città che promuove l’efficientemente dei propri edifici unitamente alla performance dei propri spazi pubblici. Parma come produttore di energia “pulita”.

10. Parma città inclusiva e del benessere
Un territorio che costruisce il proprio futuro in modo trasparente, con il coinvolgimento di cittadini, comunità, istituzioni e stakeholders. Il principio di città inclusiva e del benessere viene veicolato attraverso i valori che non sono solo tecnologici ma anche relazionali e capaci di aumentare le possibilità di accesso sostenibile alle risorse.

Il piano PR050 si sviluppa in 5 parti distinte e connesse a cui si aggiunge la VALSAT come elemento trasversale a tutte la parti.

PR050 alla scala urbana:

PR050 su scala territoriale:


0.2 Approccio metodologico

Il PUG di Parma è stato strutturato in modo da consentire il passaggio, tanto necessario, dalla pianificazione lineare e causale (ovvero l’analisi causa effetto) a un approccio progettuale più aperto, un “work in progress” che consente molta più complessità. È un metodo che ci aiuta a rilevare le sovrapposizioni che costituiscono punti strategici di intervento e allo stesso tempo a collegare le sfide alle opportunità di sviluppo. Come “framework” per lo sviluppo, l’approccio “metabolico”1 genera l’emergere di una relazione più sfaccettata ma molto necessaria per sperimentare, riformulare e immaginare il futuro delle nostre città. Comprendere il metabolismo di Parma è significativo anche in relazione al metabolismo del suo territorio. Infatti, ci consente il riconoscimento tempestivo di nuove opportunità e allo stesso tempo di riposizionare Parma all’interno di contesti e tendenze regionali, nazionali, europee e globali.

Mentre si guarda attraverso il “framework” fornito dall’approccio metabolico, si possono rilevare e identificare i vantaggi comparativi in un contesto allargato. Ovviamente, l’approccio metabolico ha molte implicazioni rispetto il modo in cui progettiamo e governiamo il cambiamento e il nostro futuro ambiente di vita.

Nel caso di Parma è diventato presto chiaro che questo approccio avrebbe potuto fornire anche una modalità per connetterci alle sue peculiarità e specificità territoriali. Infatti l’approccio in questione non solo ci fornisce gli strumenti con cui utilizzare le risorse urbane, ambientali, naturali e il capitale umano del territorio comunale, ma ci permette anche di comprendere le infrastrutture territoriali obsolete e quindi di definirne il loro nuovo potenziale. Ci fornisce un quadro coerente delle diverse potenzialità che il territorio, una volta attivato potrà offrire. In sintesi, PR050 abbraccia l’idea che se consideriamo la città e il suo territorio di riferimento come un “ipertesto” e ne analizziamo la struttura e le prestazioni per comprendere e poter utilizzare il potenziale dei suoi flussi materiali e immateriali, possiamo rendere il territorio più resiliente e quindi agire per contribuire a costruire da oggi la città del futuro: più sostenibile ed efficiente.

Il PUG di Parma muove dalla consapevolezza che non sia più possibile avanzare previsioni che definiscano a priori lo sviluppo del territorio urbanizzato ricorrendo alla tecnica urbanistica tradizionale: previsioni fondate sull’analisi degli andamenti demografici, di flussi migratori e sulle operazioni di dimensionamento che rifacevano ad un modello di città “espansiva”. Misurandosi con la non prevedibilità e la complessità della città contemporanea, le principali categorie concettuali e operative del piano sono costituite da dieci “immagini” che esprimono la VISION e da 7 “SCENARI” che definiscono le “macro-strategie”. A questo si aggiunge l’ATLANTE, ossia il dispositivo con il quale vengono declinate le strategie in forma operativa. Specificatamente il PUG PR050 si compone di 6 macro sezioni di seguito descritte.

La prima sezione è definita dai TEMI (1), che sono stati selezionati e indagati attraverso il progetto partecipativo e dell’ascolto (PPA) unitamente a valutazioni conoscitive con approfondimenti tematici specifici. I tematismi sono stati discussi a luglio 2021 durante l’evento “Parma is calling” mentre ad ottobre vi è stata una restituzione e presentazione pubblica dei risultati seguita da dibattiti e ulteriori approfondimenti. La combinazione quindi del Progetto partecipativo e le valutazioni hanno costituito la base conoscitiva e una “presa di conoscenza” dei fenomeni che attraversano il territorio e la città di Parma, facendo di fatto interagire un gran numero di persone, istituzioni pubbliche e private insieme ai progettisti. Il confronto aperto a luglio del 2021 ed esteso a tutta la durata della redazione del Piano ha portato alla luce una serie di elementi utili, che sono stati incorporati e tradotti all’interno dei documenti del Piano.

Oltre ad una serie di osservazioni, i tavoli tematici hanno restituito degli aspetti fondamentali che hanno a loro volta guidato e “informato” la VISION. Declinata attraverso 10 “immagini”2 , rappresentative ed emblematiche, la VISION è il risultato dell’intersezione e interazione dei tematismi indagati e discussi con gli obiettivi strategici definiti, descritti ed esplicitati dalla legge regionale 24/17, da quelli formulati dalle agende Europea 2050, dalle direttive sull’ambiente, clima e sviluppo delle Nazioni Unite e dalle politiche del piano. L’intersezione dei Temi e degli Obiettivi Strategici e la Diagnosi fornita dalla ValSAT ha generato una “matrice” entro cui sono state individuate le 10 “immagini” evocative, rappresentanti gli obietttivi del PUG da perseguire e raggiungere entro il 2050.
La VISION declinata dalle 10 “immagini” prima evocate, esprime una sequenza di “tematismi progettanti” con i quali Parma si confronterà nei prossimi 30 anni e per questa ragione si è scelto di organizzare il QC intorno a questi tematismi. Ogni “immagine” definisce una sezione specifica del QC, che viene esplicitata attraverso rappresentazioni cartografiche (progettanti) associando una selezione ragionata di strati informativi con lo scopo di far affiorare “relazioni nascoste, latenti” e quindi in grado di “informare” le strategie del piano. Questo tipo di restituzioni cartografiche definiscono veri e propri “embrioni di significato”. Il QC insieme alla spazializzazione del QCD (Quadro Conoscitivo Diagnostico - derivato dalla VALSAT) hanno permesso di predisporre una serie di scenari propedeutici alla definizione della STRATEGIA per la Qualità Urbana ed Ecologico-Ambientale (SQUEA).
Gli SCENARI definiscono le “figure della trasformazione”3 e costituiscono la componente macro-strategica del piano. Costruiscono le logiche di sviluppo strategico sia in termini spaziali che temporali, esplicitando di fatto la “figura” della città-territorio. Infatti, la strategia è l’esito della combinazione dei 7 scenari individuati, capaci di definire le “invarianti” del piano e le scelte strategiche alla base delle trasformazioni. Gli scenari riflettono sulla capacità di Parma di crescere senza che questo avvenga a discapito di risorse fondamentali, a partire da quella del suolo. Agli Scenari si affianca L’ ATLANTE che ricopre un duplice scopo. Da una parte, nell’Atlante vengono definite le Strategie Operative del PUG che incidono sulla disciplina ordinaria, quanto su quella straordinaria regolata dagli Accordi Operativi (AO). Dall’altra identificano una costellazione di aree e progettualità strategiche alle diverse scale che costruiscono la nuova “geografia” urbana e territoriale di Parma. Esso propone di reimmaginare la città e le aree identificate come ambiti sperimentali, dove scoprire e progettare l’identità della città futura. L’arcipelago definito dalle aree identificate, riflette programmaticamente sull’identità della città, sulle sue aspirazioni, sui desideri e idiosincrasie. Gli “Scenari” e “l’Atlante” rappresentano nel loro insieme la Strategia per la Qualità Urbana ed Ecologica Ambientale (SQUEA).
La “CARTA”, infine, costituisce l’apparato normativo che darà attuazione ai progetti strategici e includerà le principali politiche urbane per il raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati. Ogni regola sarà affiancata da un valore che sarà in grado di veicolare attraverso di esso una rinnovata coscienza collettiva e senso di appartenenza comunitario.

Nota del redattore, 2023-08-04: Qui andrebbero tre pagine di schemi che illustrano lo "Schema metodologico PUG", li lascio temporaneamente indietro data la loro complessità grafica. Si trovano alle pagine 23, 24 e 25 del PDF, o in JPEG sul sito ufficiale (23, 24, 25).


0.3 - Il territorio e la città: il caso Parma

Come indagare l’urbanizzazione del territorio dal punto di vista della pianificazione e dell’architettura?

Un’illustrazione didattica quasi inevitabile arriva dal Palazzo Pubblico della città-repubblica di Siena, dove, quasi settecento anni fa, Ambrogio Lorenzetti dipinse un affresco (multiplo) che rappresenta le Allegorie del Buon e Cattivo Governo della città e del territorio circostante. Sulla parete est della cosiddetta Sala della Pace dove si riunivano i consiglieri di Siena, la composizione allegorica ritrae La Repubblica della Città Buona. I contadini sono mostrati sulla strada per la città che portano le merci al mercato: questo è un panorama di pienezza e prosperità sia in città che in campagna. Di fronte a “La Città-Repubblica Buona”, l’affresco a ponente è un avvertimento allegorico, che presenta La città-stato sotto la tirannia e i suoi derivati etici, includendo tradimento, frode, avarizia e così via. Sulla parete nord, tra i due opposti, la prosperità e tirannia, l’allegoria mostra un diagramma delle virtù politiche significative usate per guidare il Consiglio Comunale nelle sue decisioni, mettendo in primo piano il ruolo della Giustizia e del Bene Comune, circondata da altre virtù. Nella storia dell’arte, questo insieme di affreschi è significativo in quanto è pensato per essere il primo esempio di paesaggio complesso dipinto della vita reale.
Nella storia urbana si evidenzia anche il significato di panorama, come la prima rappresentazione conosciuta di una città unitamente alla sua campagna. È interessante osservare che il successo della città — o, nel gergo attuale, la sostenibilità della città — è stata descritta qui chiaramente in termini di due condizioni: in primo luogo, l’equilibrio della città e della campagna agricola; e in secondo luogo, la questione della governance, o dei valori sociali e culturali predominanti e delle scelte politiche. Considero l’Allegoria come una mappa concettuale e “progettante” dell’Architettura del Territorio. Ha un significato fondamentale nel riaffermare ciò che ora è un concetto in gran parte dimenticato: città e territorio visti e rappresentati nell’unità, come le due facce inseparabili dello stesso fenomeno: le due facce della stessa medaglia, il positivo e il negativo, la figura e il suo sfondo.
Oggi la nostra cultura della ricerca, e la cultura in generale, è innegabilmente focalizzata sulle città e tende a trascurare l’importanza di una più ampia articolazione del territorio produttivo. Il cliché delle città che ospitano più della metà della popolazione mondiale è ben consolidato, provocando instabili e inquietanti visioni celebrative dell’era urbana e del “trionfo della città” sulla campagna.
Ma cosa potrebbe succedere se invertissimo questa tendenza: cosa succederebbe se adottassimo un approccio territoriale invece della vista città-centrica? Se le città coprono solo il 2% del superficie del mondo, e se focalizzassimo l’attenzione anche sul restante 98%? Se le città crescono e si trasformano, i territori sono innegabilmente trascinati nello stesso vortice di urbanizzazione. In questo prospettiva, è chiaro che la problematica del rapporto delle città con i territori urbanizzati più ampi devono essere riconcetuallizati. È chiaro che le dinamiche dei territori — dei paesaggi produttivi, delle aree naturali, campagne o l’entroterra è fondamentale per comprendere le città e la sostenibilità urbana. Dall’architettura del Territorio Urbanizzato all’architettura del Territorio Rurale.

Interno
          della “Sala della Pace” al Palazzo Pubblico, Siena, in cui si vedono le “Allegorie del Buono e Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti, anno 1338
Visione allegorica della città e la campagna in unità.
Interno della “Sala della Pace” al Palazzo Pubblico, Siena, mostra il proto-rinascimento complesso di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, Le allegorie del buono e cattivo governo.

0.4 - Note a margine della legge regionale 24/17

Il limite implicito del territorio

La crisi climatica, ambientale ed ecologica che segna il nostro tempo è il sintomo che ormai occorre ed è necessario un nuovo patto tra cittadini e la città, tra i cittadini e il territorio. Nella modernità il “piano” è stato l’espressione e lo strumento di un patto economico, il territorio e la città come risorse. La svolta postmoderna, effetto della rivoluzione postindustriale, ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo e di un nuovo patto, questa volta ecologico. La maturazione di una diffusa coscienza ambientale, il cui esordio può essere simbolicamente fissato al 1992, l’anno del “Summit della Terra” tenutosi a Rio di Janeiro dal 3 al 14 giugno, è stata la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente e la prima ad evidenziare la necessità di ripensare “i limiti dello sviluppo”. A ben guardare la legge 24/17 consegna alla pianificazione una nuova condizione culturale. Infatti il TU (Territorio Urbanizzato) e la sua definizione comportano la presa di coscienza che l’espansione della città va ritrattata o meglio rivista all’interno di nuovi valori. Dal punto di vista urbanistico la lenta costruzione di una diversa consapevolezza sulla città raggiunta negli anni recenti non può esprimersi se non attraverso delle specifiche narrazioni, attraverso cioè la costruzione di un diverso ordine delle cose.

I limiti di Parma nel 1754 e nel 2023, rispettivamente le mura e la cintura verde
L'immagine restituisce da una parte la città murata con intorno il fossato (La Città di Parma Capitale del Ducato Parmigiano - Anno: 1754), mentre a destra l’immagine del bordo del TU con la fascia del Bosco Orbitale (Anno 2023). Entrambe vengono definite formalmente da due dispositivi ambientali” il fossato d’acquua e la cintura verde. In sintesi si evidenzia la forma della città costruita.

Le implicazioni fisiche dell’espansione urbana sono visibili e nel caso di Parma hanno prodotto un sistema periurbamo fortemente frammentato, sfrangiato principalmente residenziale nella parte sud e frammisto nella parte nord. A ben guardare questo tipo di avanzamento della città ha prodotto una città dilatata e allo stesso tempo ha “polverizzato” attività e servizi, compromettendo in molti casi le qualità ambientali e del paesaggio. In modo semplice la legge ci chiede di creare soluzioni sostenibili ad una urbanizzazione che seppur in modalità diverse da un recente passato continuerà a cambiare, a crescere o anche a decrescere. Per questo il PUG non prevede, ma propone scenari plausibili che interpretano i caratteri contingenti della città contemporanea, ovvero di essere in grado e di saper adattarsi alle diverse condizioni che potranno avverarsi.

A livello pratico le città non possono essere semplicemente “sigillate” al loro “interno”. Oggi ci viene offerto di ripensare un tema controverso, che negli ultimi anni è diventato tabù: la definizione della forma della città. Nel PUG PR050 il tema della forma della città non viene solo trattato nel suo aspetto morfologico, ma anche all’interno del più ampio concetto formale e politico di forma, cioè nel concetto di limite.

Praticare il limite attraverso la produzione di un Piano Urbanistico Generale acquisisce due livelli di significato: dapprima si riferisce allo spazio fisico del limite, cioè stabilendo vincoli e processi di negoziazione alla crescita senza fine della città; e, in secondo luogo, in termini più concettuali, si richiama all’idea che il progetto urbano debba definire con chiarezza ed esemplarità formale, le forme prototipiche di densità: spazi abitativi e di lavoro che contrastino lo stile di vita dell’individualismo e del laissez-fare spinti dalle politiche urbane neoliberiste.

La costruzione di un orizzonte narrativo che assuma la forma della città come proprio oggetto è dunque un’alternativa che si oppone alla deriva del segno urbano e architettonico, al suo fluttuare nell’infinito gioco delle equivalenze e del possibile che solleva la pratica architettonica dalla responsabilità del giudizio e della critica. In questa prospettiva una riflessione critica che attraversi la struttura del territorio non può che ripartire dalla città, non già come proiezione di un ordine trascendente ma come insieme di fatti estremamente concreti e contingenti, il senso dei quali non può essere colto, né può essere esplorato e ricostruito, in definitiva non può esistere se non entro un’ipotesi narrativa. Narrazione dunque non come “modellizzazione” della realtà, né come racconto mitico, ma come strategia di ricerca e interrogazione sulla città. In altre parole, i mutamenti in corso nella configurazione delle città non vanno solo “registrati” ma sollecitano un vero e proprio ripensamento dei principi strutturali: l’estensione del territorio urbanizzato, l’alternanza di concentrazione e dispersione degli insediamenti, l’eterogeneità dei processi che governano la crescita urbana, le questioni ambientali ed energetiche, ma anche le crescenti disparità sociali tra territori urbanizzati altro non sono se non i segnali tangibili di una diversa sintassi spaziale entro la quale gli assetti politici ed economici si devono riorganizzare, producendo nuovi ordini e “tessiture spaziali” che si intrecciano ai fatti fisici.

I fenomeni di scambio tra il sistema rurale e urbano (e non solo) continueranno, e le città come entità dinamiche risponderanno. Tuttavia, invece di acconsentire l’espansione esponenziale del costruito, il PUG PR050 si concentra sulla crescita e/o intensificazione delle centralità esistenti e di quelle individuate, creando strutture urbane compatte, veri e propri “clusters” capaci di assorbire e trasformare le quantità in qualità urbane di nuovo tipo, veri e propri “magneti urbani”.

La legge regionale, inoltre, ricomprende espressamente la rigenerazione urbana fra gli obiettivi della più generale e complessa materia (o funzione) di governo del territorio che, come è noto, va al di là dell’urbanistica e dell’edilizia. Secondo tale normativa il governo del territorio si identifica come «insieme delle attività di analisi, valutazione, programmazione, regolazione, controllo e monitoraggio degli usi e delle trasformazioni del territorio e degli effetti delle politiche socio-economiche su di esso incidenti»; la finalità della generale attività di governo del territorio è quella di perseguire «la sostenibilità, l’equità e la competitività del sistema sociale ed economico, ed il soddisfacimento dei diritti fondamentali delle attuali e future generazioni inerenti in particolare alla salute, all’abitazione ed al lavoro.

I principali ambiti d’intervento, quindi, sono i contesti urbani, non solo periferici e marginali, interessati da carenza di attrezzature e servizi, o degrado degli edifici e degli spazi aperti in cui sono più o meno evidenti processi di esclusione sociale, compresi i contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale; ma anche l’urbanizzato diffuso, le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate.

Così come è stabilito dall’art. 31 della legge 24/17, il Piano Urbanistico Generale, funziona a livello generale, mentre gli accordi operativi e i piani attuativi di iniziativa pubblica hanno una valenza attuativa. Secondo la normativa regionale, attraverso questi atti l’amministrazione comunale attribuisce i diritti edificatori, stabilisce la disciplina di dettaglio delle trasformazioni e definisce il contributo delle stesse alla realizzazione della “città pubblica”. Sia gli accordi operativi sia i piani attuativi di iniziativa pubblica sostituiscono ogni piano urbanistico operativo e attuativo di iniziativa pubblica e privata, comunque denominato, previsto dalla legislazione vigente. In particolare, il Pug è lo strumento di pianificazione con il quale il Comune pone in essere le scelte strategiche di assetto e sviluppo urbano di propria competenza, orientate prioritariamente alla rigenerazione del territorio urbanizzato, alla riduzione del consumo di suolo e alla sostenibilità ambientale e territoriale degli usi e delle trasformazioni.

In particolare va ricordato come la rigenerazione urbana sia una strategia complessa che prevede la copartecipazione e il coinvolgimento di molti attori e opera allo stesso tempo su una molteplicità di valori, non solo economici. Rigenerare la città significa creare uno sviluppo capace di “autoalimentarsi” ovvero ri-generativo, con forti collegamenti alle comunità, ai contesti territoriali e urbani, e avendo cura per le risorse ecologiche (acqua, suoli, biodiversità) ed il metabolismo urbano (energia, mobilità, scarti, cibo, etc.). La sostenibilità ambientale coincide con quella sociale: rigenerare vuol dire pensare un’urbanistica attenta alle persone e al loro futuro, ai loro modi di vivere, di abitare, di attraversare il territorio. Sviluppo non è più espansione edilizia, in un ambiente in crisi per il superamento dei suoi limiti ecologici: è “risviluppo” dei tessuti urbani in declino o a “fine ciclo”, senza consumo di suolo, valorizzando le risorse ambientali e paesaggistiche. E’ disegno dello spazio aperto pubblico, di parchi e aree verdi, di infrastrutture dolci; è recupero della città storica e quella più consolidata, nonché la creazione di un nuovo welfare capace di adattarsi, aperto e innovativo, a favore di una nuova qualità dell’abitare, qualità della vita, e quindi di “bios”; perchè è di questo che stiamo parlando.


Nota del redattore: qui manca la rappresentazione dei limiti del Territorio Urbanizzato. Invece della sola immagine sarà messa una mappa dinamica embeddata, in modo da poter valutare non solo la forma della città, ma anche dove si trovano questi limiti.

0.5 - La struttura del piano e la sua rappresentazione

I livelli e il loro disegno

La struttura del piano è organizzata su 5 livelli principali.

Il primo livello è costituito dai TEMI che descrivono la città e il territorio predisponendo l’assetto conoscitivo di base, collocando Parma all’interno di una geografia multiscalare e dinamica. Il secondo livello è quello della VISION. Declinata da 10 “immagini” rappresentative, esse stabiliscono gli obiettivi del piano di medio e lungo periodo, esito dell’intersezione degli obiettivi strategici (definiti dalle agende EU e ONU) con i TEMI emersi dal progetto partecipativo insieme agli approfondimenti conoscitivi e diagnostici (derivati dalla ValSAT), alle indagini demografiche e socioeconomiche.

Il terzo livello è quello degli SCENARI ovvero le macro-strategie del piano rappresentate da 7 Figure chiamate: “Figure della trasformazione”. Essi vengono supportati dalle “Azioni” (prioritarie e necessarie), che agiscono come “attivatori” della strategia e concorrono al raggiungimento degli obiettivi. Le Azioni e gli Scenari definiscono il livello strategico di riferimento ed insieme all’Atlante costituiscono la Strategia Complessiva del Piano, quella che la LUR 24/17 definisce come Strategia per la Qualità Urbana ed Ecologico-Ambientale (SQUEA).

Il quarto livello, come anticipato, è quello definito dall’ATLANTE. Esso definisce il carattere operativo della strategia sia per quanto riguarda la disciplina ordinaria che quella “straordinaria”, ossia, quella regolata dall’Accordo Operativo. Infatti la disciplina (contenuta nella “CARTA”) definisce e rappresenta il primo livello della strategia, ossia quella attuabile attraverso procedure ordinarie volte al rilascio del titolo abilitativo in modo diretto. L’Atlante predispone un “set” di dispositivi che agiscono su due livelli (ordinario e straordinario) costruendo di fatto la “Geografia Trasformativa” di Parma 2050. Vengono individuate le parti di città che per loro importanza possono agire strategicamente nella realizzazione degli obiettivi descritti nella Vision. Attraverso il loro progetto le aree individuate possono apportare nuovi contributi in termini di programmi, funzioni e infrastrutture innovative per la costruzione della “città pubblica”.

Le dieci immagini della vision, quindi, indicano una traiettoria per Parma all’orizzonte 2050. Esse sono: 1. Parma città della biodiversità, 2. Parma città policentrica e dei quartieri, 3. Parma città della mobilità condivisa e sostenibile, 4. Parma città della cultura e conoscenza diffusa, 5. Parma città della qualità dell’abitare e della cura delle persone, 6. Parma città dello sviluppo e delle opportunità, 7. Parma città dell’agricoltura come patrimonio storico-ambientale e socio-culturale, 8. Parma città capitale del cibo e dell’alimentazione sostenibile, 9. Parma città dell’energia rinnovabile, 10. Parma città inclusiva e del benessere.

Esse definiscono gli orientamenti fondamentali, guidano le scelte delle diverse parti del territorio e, se anche non fossero del tutto realizzate nel 2050, segnano il percorso da seguire per affrontare i problemi attuali e le sfide che ci attendono.

Gli scenari precisano le macro-strategie e rendono intelligibili gli obiettivi contenuti nelle “immagini”. Essi vengono supportati da una serie di “AZIONI”, le quali “attivano” le strategie e concorrono al raggiungimento degli obiettivi nei tempi prefissati. L’elenco delle Azioni è per sua natura un elenco aperto e suscettibile di modifiche, nel senso che se ne potranno aggiungere, alcune potranno venire aggiornate, altre venire ridefinite le priorità. Certamente è un elenco inclusivo che potrà essere rafforzato sopratutto se messo in relazione con il Regolamento Edilizio e la ValSAT.

Le AZIONI individuate, quindi, “sviluppano” gli scenari, per realizzare gli obiettivi prefissati. Ne sono la loro messa a terra, nel breve, medio e lungo periodo. Esse incrociano le diverse politiche della città. Nella “CARTA” che rappresenta il quinto livello del piano, vengono inclusi una serie di documenti tra cui la disciplina ordinaria e normativa, ossia, le regole per attuare le trasformazioni “diffuse”, la vincolistica con le relative schede e il R.E.; in generale tutte le parti conformative del Piano.

Dal welfare (salute, sport, educazione), all’urbanistica (riqualificazione e rigenerazione urbana), ai lavori pubblici (spazio pubblico, infrastrutture stradali, energetiche...), l’ambiente e il paesaggio (manutenzione, salvaguardia…); le azioni accompagnano la realizzazione della strategia e e concorrono al raggiungimento degli obiettivi del Piano (Vision).

Le aree strategiche definiscono ambiti specifici e fondamentali per la realizzazione della vision e sono rappresentativi dei temi strategici legati alla trasformazione. Il loro carattere trasversale rispetto alle “immagini” li rende luoghi da indagare con maggiore precisione, da indagare progettualmente come operazioni complesse di trasformazione urbana.

All’interno di ciascuno spazio strategico potranno essere riconosciuti diversi progetti, vale a dire aree nelle quali è possibile individuare gli attori coinvolti, fissare le linee programmatiche principali e morfologiche strutturanti, i tempi della realizzazione. Questi progetti godono spesso di grande visibilità e per questo devono essere concepiti come interventi esemplari, prototipici e che avranno un ruolo trainante nella costruzione della Parma del XXI secolo; realizzazioni capaci di misurare le ambizioni della Nuova Parma.

I progetti strategici vengono affiancati dai progetti pilota che hanno carattere sperimentale, infatti essi possono agire nel breve periodo e non necessitano di risorse economiche importanti. Ad essi si aggiungono delle progettualità che assolvono a necessità “locali”, chiamati “progetti specifici”.

Tutto il PUG permette di avanzare nella direzione indicata dalla Vision. Nel suo complesso, il PUG si rappresenta in una serie di elaborazioni cartografiche con diverso carattere e finalità. Esse si suddividono a partire da quelle rappresentate nel QC, a quelle ideogrammatiche degli “Schemi di assetto strategico” e delle strategie, a quelle della “Disciplina”.

Per quanto riguarda la “disciplina”, essa viene rappresentata alla scala 1: 5.000, raccoglie e identifica spazialmente le misure ordinarie della trasformazione nei tessuti omogenei. La strategia come detto “imprime” nella discipline le regole strategiche della rigenerazione e le rende conformative. Le tavole coprono l’intero territorio, ma con “grane” diverse si aprono come un ipertesto ad approfondimenti ad una scala più ravvicinata come nel caso della città storica.

Le elaborazioni cartografiche strategiche in scala 1:25.000 e 1:10.000, sono più selettive. Infatti, gli schemi di assetto strategico dicono che ci sono degli spazi e delle aree che ricoprono un ruolo strategico e che dovrebbero trasformarsi per il beneficio non soltanto del contesto in cui sono collocate, ma di tutta la città. Il piano porta con sè alcune proposte progettuali insieme alla rappresentazione dei nuovi elementi strategici strutturali della nuova configurazione spaziale della città di Parma che comprende il Territorio Urbanizzato (TU), il Territorio Rurale (TR) e le frazioni disperse nel territorio. Va ricordato che gli Schemi di Assetto Strategico contenuti nell’Atlante definiscono l’assetto strutturale, le trasformazioni complesse e le correlazioni riferite alle dotazioni territoriali che saranno realizzate con il contributo del privato o soggetto attuatore.

Le schede contenute nell’Atlante sono suddivise in “Unità Territoriali” e definiscono le “Strategie Locali”a scale diverse (da 1:30.000 alla scala 1:5.000), e contengono informazioni circa gli obiettivi, le criticità, le Azioni, Aspetti legati alla qualità urbana ed ecologico-ambientale coerenti alla vision Parma 2050. A queste si aggiungono altre schede anch’esse a scale diverse (1:10.000 e 1:5.000) che identificano le “Geografie delle Trasformazioni Strategiche”, ossia, le aree strategiche individuate nel PUG.

Ogni scheda è pensata come “base” per la definizione dell’Accordo Operativo e in generale definiscono le strategie da considerare per lo sviluppo e trasformazione delle aree. Vengono specificate le funzioni da considerare, le politiche urbane e le possibili premialità volumetriche da aggiungere al carico insediativo che verrà stabilito in fase negoziale se venissero raggiunti livelli prestazionali adeguati. Le schede predispongono linee guida e le relative azioni per la qualità urbana e ambientale che ogni intervento dovrà apportare all’Unità Territoriale e quartiere o area specifica di riferimento. La protezione del suolo, la biodiversità, l’energia, il rafforzamento delle centralità urbane, dell’abitabilità collettiva, il recupero delle qualità dell’edificato e la rigenerazione dei tessuti urbani, sono solo alcuni degli aspetti che le trasformazioni dovranno considerare per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità individuati.